Da qualche anno mi occupo di riabilitazione di patologie in età evolutiva e in particolare di disturbi del linguaggio. Il mio lavoro mi ha dato l’opportunità di verificare la validità e l’importanza di una precoce e attenta valutazione e di una riabilitazione specifica, costruita su misura del bambino. La variabilità alla quale ci si trova di fronte è però ampia. Emerge così l’importanza di saper cogliere, attraverso un’attenta osservazione (prima generale e poi logopedica) e una accurata lettura di tutte le informazioni fornite dai test standardizzati, le caratteristiche del disturbo del linguaggio. Fondamentali sono inoltre sia le informazioni che ci forniscono i genitori sulle abitudini del bambino, sui giochi che preferisce fare e sul disagio che vive quotidianamente quando si sente incompreso, sia le valutazioni degli insegnanti riguardo al suo inserimento scolastico e alle difficoltà emerse e rispetto al suo comportamento in classe e alle relazioni che ha stabilito con i compagni. La riabilitazione quindi prevede prima una fase di osservazione e valutazione a cui poi far seguire il trattamento che però non si limita all’intervento in ambulatorio con la logopedista ma deve essere generalizzato alla quotidianità del bambino attraverso il coinvolgimento della famiglia e della scuola. La mia esperienza mi ha permesso di verificare come sia importante rendere consapevoli i genitori fornendo loro le informazioni necessarie a capire che cosa è un disturbo del linguaggio, che cosa comporta e come incide sulla qualità della vita del loro bambino e soprattutto quanto sia fondamentale renderli partecipi del progetto di terapia. Allo stesso modo è opportuno spiegare agli insegnanti quali sono le difficoltà del bambino e quindi invitarli a proporre anche a scuola progetti di lavoro ad hoc per evitare che egli sperimenti frustrazioni ripetute fino a perdere la propria autostima. Nella mia crescita professionale però chi mi ha insegnato a procedere per piccoli e a volte impercettibili passi, rimanendo comunque in paziente attesa anche quando l’obiettivo finale sembrava irraggiungibile, e chi mi ha aiutato di più a cogliere ogni piccolo segnale di cambiamento, sono stati proprio loro: i bambini. La validità e l’efficacia del nostro operato si evidenzia proprio quando ci ricompensano con un sorriso perchè piano piano stanno scoprendo il piacere del linguaggio, perchè si sentono compresi e più competenti quel tanto da essere in grado di condividere un momento di gioco con i loro amici. Tutte le volte che otteniamo questo vuol dire che ci siamo mossi nella direzione giusta, vuol dire che con pazienza ci siamo guadagnati la fiducia del bambino instaurando con lui una relazione abbastanza buona da permetterci di entrare nel suo complesso mondo e vuol dire che egli ci ha permesso di prenderlo per mano e di accompagnarlo lungo il suo percorso evolutivo e linguistico spesso in salita e costellato da mille difficoltà.
Quello che ho cercato di fare in questo lavoro è stato proprio tentare di rendere il più chiaro possibile come avviene questo “accompagnamento” del bambino da parte di noi logopediste. Pertanto la tesi si articola in una prima parte dove viene definito e descritto nelle sue caratteristiche il disturbo specifico di linguaggio e le relative classificazioni e una seconda parte che presenta le fasi di valutazione e quindi tutti gli strumenti che vengono utilizzati per raccogliere le informazioni necessarie ad avere un quadro completo e preciso del disturbo, e la relativa riabilitazione preceduta dalla stesura di un adeguato progetto di terapia. Infine ho presentato un caso clinico: i dati della valutazione iniziale, la presentazione del progetto di terapia e i risultati ottenuti con le relative conclusioni a cui mi è stato possibile giungere.