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Il mio bambino ha 2 anni e non parla, è utile fare una visita con un logopedista o è meglio aspettare?
A 24 mesi un bambino è in grado di produrre almeno 50 parole e inizia anche a combinarle tra di loro. Ci sono bambini definiti “late talkers” cioè “parlatori tardivi” che presentano le caratteristiche descritte e che recuperano il gap con i coetanei mentre altri, invece, a causa del permanere delle difficoltà evolvono in un Disturbo Specifico dei linguaggio. Una valutazione precoce e tempestiva può orientare il genitore verso una terapia che favorisca l’emergere del linguaggio.
Come posso aiutare il mio bambino che parla poco?
Queste è una delle domande che mi viene rivolta molto spesso dai genitori.

Ci sono molti modi e comportamenti che favoriscono l’emergere del linguaggio e i genitori   insieme al bambino ne sono protagonisti principali ecco perché è importante avere la totale collaborazione della famiglia. Innanzitutto, è opportuno, quando giochiamo con i bambini, rivolgere loro  totalmente la nostra attenzione, rallentare il nostro eloquio e produrre le parole “iperarticolandole” cioè accentuando i movimenti della bocca per produrre la parola target e mentre lo facciamo cercare lo sguardo del bambino e fare in modo che ci osservi.  E›, altrettanto, importante non anticipare il bambino o concludere la frase al suo posto ma è meglio aspettare che finisca  e riformulare la frase per lui in modo corretto ma senza chiedere una ripetizione.

Questi sono alcuni dei suggerimenti utili per aiutare un bambino con ritardo/disturbo del linguaggio, una consulenza logopedica può sostenere i genitori in questo percorso.

Ci sono possibilità che il mio bambino con difficoltà di linguaggio sviluppi un disturbo di apprendimento?
Purtroppo le statistiche non sono favorevoli, circa il 50% dei bambini con disturbo di linguaggio possono avere difficoltà di acquisizione della letto-scrittura o nella matematica (dislessia, disortografia, discalculia). Ciò avviene perché la lettura e la scrittura necessitano di consapevolezza e padronanza della sequenza dei fonemi che verranno tradotti in grafemi: un bambino che non ripete correttamente una parola, non riesce a scrivere in modo corretto una parola.
Il mio bambino ha la sindrome di Down, quando devo cominciare logopedia?
Con bambini che hanno la sindrome di Down tutti gli interventi abilitativi e riabilitativi compreso quindi l’intervento logopedico devono essere intrapresi precocemente per  potenziare le capacità comunicativo–linguistiche, cognitive e motorie e per garantire loro il raggiungimento del massimo possibile grado di autonomia.

Questi bambini, spesso producono le prime parole  ampiamente dopo i due anni ma la logopedista può aiutare già molto prima il  bambino nel raggiungimento di tutte quelle competenze necessarie per formulare le prime parole. La logopedista sostiene, quindi,  i bambini nello sviluppare le capacità di imitare i suoni, le abilità visive, le abilità uditive, le abilità tattili, le abilità motorie orali e le abilità cognitive.

Mi hanno diagnosticato il “Parkinson” è utile fare logopedia?
La risposta è sì, è utile fare un percorso di logopedia in un paziente malato di parkinson anzi è importante un intervento precoce che consente di mantenere e contenere i danni derivanti dalla malattia degenerativa.
Ho avuto un ictus che ha compromesso il mio linguaggio, è utile la logopedia?
La terapia logopedica per l’afasia post-ictus è efficace e importante per migliorare il linguaggio espressivo,  la comunicazione, la lettura e la scrittura. Ci sono ovviamente alcune variabili che incidono sui miglioramenti che si possono ottenere come l’estensione del danno cerebrale e il tempo trascorso dall’evento traumatico e l’inizio della terapia.

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Sono la Dott.ssa Carolina Maione, sono una psicologa clinica specializzata nella presa in carico dell’adolescente, delle donne in gravidanza e post-partum e dei migranti.

Le fasi di transizione della vita possono essere accompagnate da difficoltà emotive, stress e disagio soggettivo. Il sostegno psicologico può essere fondamentale per poter attraversare queste fasi mantenendo il proprio benessere personale, facendo emergere risorse e strategie che permettono il superamento delle difficoltà.

Data la mia esperienza di studi in Francia in centri nei quali si praticava l’etnopsichiatria clinica adotto una visione transculturale nell’approccio alla persona. Questo mi permette di mantenere uno sguardo sul singolo nella complessità della multiculturalità.

Mi occupo di:

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Roberta Cadei

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Operatrice Shiatsu

Ciao, sono Roberta…appassionata di studio e viaggi, mi sono laureata con un dottorato in lingue straniere. Quasi per caso nel 2010 mi sono avvicinata al Reiki e da lì è nato il mio interesse per le discipline olistiche, che nel tempo ho approfondito studiando prima Medicina Cinese e Shiatsu, e poi Riflessologia plantare, Kobido e l’uso di oli essenziali sui punti dell’agopuntura. Dal 2015 queste discipline sono diventate un bellissimo lavoro, che pratico con passione e intensità, perché credo che l’arte del tocco permetta di ritrovare il benessere e di comunicare col cuore

 

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Sono la dottoressa Elizabeth Ciampà, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale.

Mi rivolgo ad adulti per consulenze e percorsi di psicoterapia individuale; a famiglie per percorsi di sostegno alla genitorialità e parent training.

Svolgo consulenza psicologica e psicoterapia per l’età dello sviluppo.

Per giovani adulti e adulti, svolgo orientamento professionale e sostegno nell’individuare gli strumenti per la ricerca del lavoro. Il sostegno si inserisce nella fase critica della ricerca del lavoro, aiutando la persona ad individuare le proprie competenze e risorse, strutturando insieme un percorso efficace per obiettivi.

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